
Libro digitale o cartaceo? Questo è il problema… Questa è l’annosa questione che, da sempre, impegna esperti di marketing editoriale, di Self-Publishing e di editoria in genere…
Ma i lettori? Abbiamo mai provato ad ascoltare la loro opinione? Per questo motivo, ho chiesto di scrivere un articolo a Sergio Albertini, Digital Tutor ma soprattutto un vero e proprio onnivoro di libri.
Mi farebbe piacere che tu commentassi questo articolo, lasciando la tua opionione…potrebbe nascere un bel dibattito non trovi?
E ricordati, se non lo hai ancora fatto, di scaricare subito la mia GUIDA GRATIS per promuovere online il tuo libro.
Tra il libro digitale e quello cartaceo è il contenuto l’indiscusso sovrano: come prendersi cura dei libri
Devo dire che la lettura è una delle mie passioni più intense, tant’è che il mio cervello l’ha salvata nella categoria “gli indispensabili”; insieme alle funzioni, mangiare, bere e respirare, li si trova l’attività “lettura”.
Mi ricordo le estati passate sul balcone di casa o sulla panchina del parco, all’ombra di un albero, a leggere Stephen King, completamente assorbito dalla narrazione, che di parola in parola, si trasformava nella visione di un film, fotogramma dopo fotogramma, nella mia mente.
Amante della lettura, non lesino i libri digitalii su cui sia possibile soddisfare questa passione; per questo motivo mi sono subito dotato di un e-reader per portare, con me, più libri possibili, durante i miei spostamenti.
Tra gli amanti della lettura si sono generate posizioni antitetiche, c’è chi preferisce i libri e chi predilige i libri digitali, nel mezzo vi sono i moderati, capaci di vedere il “buono” in entrambe le ideologie, ma non credo si giungerà mai ad una resa dei conti finale.
Nel libro cartaceo risiede una lettura passionale, dove vista, udito, tatto e olfatto creano un’esperienza di lettura a 360°, una miscela di emozioni legate a momenti del passato; ricordi, che rievocati, si fondono con il presente, creandone di nuovi.
Per alcuni, invece, è semplicemente il non poter avere le amate copertine sott’occhio, a fargli preferire il cartaceo al libro digitale, trasformando l’e-reader in una gabbia in cui vengono dimenticati i contenuti, defraudati di un fascino, a cui non possono sottrarsi.
Per chi è nato e cresciuto con i libri cartacei, passare libro digitale è una questione di abitudine e di coordinarsi ad una nuova forma di lettura, ad una nuova relazione tra individuo e libro.
Eppure l’ebook ha i suoi vantaggi e non sono pochi.
I più giovani, i cosìddetti “nativi digitali”, chi si trova molto spesso in viaggio, gli amanti sfegatati della tecnologia o coloro, che in casa, non hanno molto spazio a disposizione, preferiscono i libri digitali.
Immuni al fascino della fragranza dei libri, per forza o per volere, prediligono, di gran lunga, la praticità dei device, come ereader o tablet, che consentono di portare con sé una moltitudine di e-book, sempre a portata di mano.
Giocano a favore degli ebook fattori, che non si possono ignorare, come l’aspetto economico, essendo spesso disponibili ad un prezzo molto più basso, rispetto ad un libro cartaceo e la possibilità di fruire dei contenuti istantaneamente, subito dopo aver deciso di acquistarli, stando comodamente fermi laddove ci si trova.
Senza dimenticare la comodità di poter leggere anche la notte, senza disturbare chi dorme al nostro fianco.
Anche chi ha un’anima più “ecologica” punta all’acquisto del libro digitale, per l’effetto che il disboscamento può avere sul clima del nostro pianeta.
Va detto, che seppur per motivi meno nobili, gli alberi utilizzati, per ricavarne la materia prima, necessaria alla fabbricazione della carta, sono quelli più vecchi, che hanno concluso la loro crescita, al posto dei quali, vengono piantati nuovi alberi, risorse preziose per il futuro dell’industria cartaria.
Inoltre resta da chiedersi se i device esausti non vadano a finire in discariche mal gestite e ad inquinare comunque il nostro pianeta.
In questa eterna lotta tra e-book e libro cartaceo, la passione per la lettura rimane il punto d’incontro, che tu sia un amante dei libri cartacei o preferisca i libri digitali, su una cosa si è tutti d’accordo; è il contenuto l’indiscusso sovrano, l’ispiratore di esperienze coinvolgenti e il mezzo per arricchire la conoscenza.
Io devo essere sincero, sarà che non sono un “nativo digitale”, ma il libro cartaceo continua ad essere, per me, il supporto preferito per la lettura, in special modo se si tratta di testi tecnici.
L’atmosfera, che si crea, intorno a me, quando sono immerso nella lettura, è qualcosa di speciale, solo mia, un rapporto profondamente creativo con la mia immaginazione e forse, proprio per questo motivo, ritrovo nei testi cartacei quella scintilla magica in più, rispetto ad altri supporti.
Cosa ci sarà di così particolare in un libro di carta rispetto ai libri digitali?
Il contatto fisico con il libro, tenerlo in mano, percependone il peso della sua anima, l’odore della carta, su cui danzano le parole, il rumore delle pagine sfogliate, sono gli elementi cliodinamici di una storia, che attraversa lo spazio e il tempo, in cui le parole usate dall’autore, sono solo il pretesto di un viaggio in scenari unici, per ognuno di noi.
La passione per la lettura mi ha portato ad amare il libro non solo come mezzo per la creatività mentale, ma come oggetto in sé.
L’acquisto di libri, che trattano argomenti di mio interesse o storie, che attraggono la mia immaginazione, è divenuto quindi una forma di collezionismo, che mi ha portato ad acquistare libri ad un ritmo più alto di quello in cui riesco a leggerne; questo ha risvegliato in me il bisogno di prendermene cura, per mantenerli integri nel tempo.
Il Libro, come l’eroe di una storia, deve lottare contro i suoi antagonisti e per preservare intatto il suo racconto, è necessario aiutarlo con l’impiego di accortezze specifiche.
Di cosa è fatto un libro?
La risposta potrebbe sembrare banale, ma in realtà necessita di un approfondimento, che aiuta a cogliere sfumature interessanti, quindi prima di cercare consigli e metodi per mantenere in forma i miei amati libri, ho voluto capire di cosa è fatta “la materia dei sogni”, per meglio conservare la loro anima di carta.
Se avete avuto l’occasione di vedere o toccare un testo antico, avrete senz’altro notato la differenza con i testi, che conservate nella vostra libreria, a meno che voi non possediate solo testi antichi.
Nel corso dei secoli molte cose sono cambiate, dalle materie prime, ai metodi di fabbricazione della carta.
Con buona pace di Ts’ai Lun (a cui è stato attribuito il merito di aver inventato la carta nel 105 d.C.) non vi tedierò con la storia della nascita ed evoluzione della carta, anche perché richiederebbe una serie di articoli tutti per sé, ma un piccolo accenno è dovuto, perché queste poche informazioni, mi hanno aiutato ha comprendere meglio, i motivi di certe accortezze, di cui i nostri libri hanno necessità.
Dalla Pietra alle Tavolette d’Argilla, passando dal Papiro alla Pergamena, la scrittura, o meglio, il bisogno dell’uomo di comunicare, raccontare ed esprimere se stesso, lo ha condotto fino alla scoperta e al perfezionamento della Carta.
Inizialmente prodotta con l’utilizzo di stracci e scorze d’albero, la carta si è evoluta nel tempo, influenzata dalle culture e dalle risorse dei popoli, che l’hanno incontrata nel suo cammino; dalla Cina, passando per il mondo Arabo, arrivando in Europa, per poi attraccare in America.
A grandi linee, oggi la carta per i libri è prodotta con acqua, cellulosa, caolino (polvere di marmo), collante (vegetale o sintetico) e amido.
Naturalmente la carta può subire trattamenti speciali per adattarla ai molti impieghi a cui l’uomo l’ha destinata, ma possiamo semplificare dicendo, che è prodotta a partire dal legno e costituita da fibre di cellulosa tenute insieme dai collanti.
Ancora una volta, è la natura a suggerire la migliore soluzione per l’uomo e ancora una volta l’uomo trova il mezzo per esprimersi al meglio attraverso la natura, che lo circonda.
L’odore dei libri cartacei
Nei componenti, che costituiscono il foglio di carta, nei collanti usati nelle rilegature dei libri, negli inchiostri usati nel passato, per la scrittura e nella stampa al giorno d’oggi, si nasconde il segreto dell’odore dei libri.
Se da un lato, nei libri moderni l’odore è legato prettamente ad un mix di sostanze chimiche volatili, degli elementi impiegati per la stampa, la rilegatura e al tipo di carta utilizzata, nei libri più datati, è la carta a determinarne la fragranza, essendo più ricca di cellulosa e lignina, che con il passare del tempo si decompongono, attraverso il processo di idrolisi chimica, rilasciando composti, che mescolati agli agenti della colla, ci regalano odori floreali, essenze di vaniglia o di erba.
L’olfatto ci permette di cogliere l’essenza di un libro; un vero percorso emozionale, che salta piè pari la nostra neocorteccia arrivando dritto al sistema limbico, risvegliando sensazioni piacevoli legate alla lettura, trasformandola in una vera esperienza, che diviene indelebile nella nostra memoria.
Se vuoi approfondire, c’è chi si è preso a cuore la ricerca delle cause, che determinano la fragranza dei libri; il chimico e insegnate inglese Andy Brunning e puoi trovare una splendida infografica sul suo blog Compound Interest.
Come conservare i libri
Addentrarsi nell’affascinante mondo del restauro dei libri, come i volumi antichi, richiede competenze e un approfondimento degno di un vero esperto. Tuttavia, esistono precisi consigli e accortezze, che volendo possiamo applicare, per mantenere in salute i nostri amati compagni di viaggio.
Abitando in una casa piccola, ho sempre sognato una stanza, che avesse, su ogni parete, una bella libreria, con le ante vetrate, in cui poter chiudere e preservare i miei libri. Ma siamo certi che una libreria chiusa sia la soluzione migliore? Perché nelle biblioteche, salvo eccezioni, non è così?
I libri andrebbero tenuti in uno o più scaffali aperti, vanno posizionati in verticale, mai uno sopra l’altro, lasciando sempre un piccolo spazio tra loro, senza pressarli troppo; hanno bisogno di respirare, esattamente come noi, quindi un bella libreria aperta, situata lontano da fonti di calore, in un locale ben areato, dove non vi sia la possibilità di elevate percentuali di umidità, rappresenta la miglior dimora per i nostri libri.
È infatti l’umidità la nemica numero uno dei tuoi libri, perché può causare la formazione di gore (macchie) sulle pagine e dar vita alla deformazione del testo, causando ondulazioni, fino alla formazione di muffe. Un’ottima accortezza, sarebbe quella di porre un deumidificatore nella stanza, che ospita i nostri libri.
Al fine di evitare il proliferare di microrganismi, che si sviluppano in assenza di luce, i libri devono essere sfogliati e spolverati periodicamente, con l’utilizzo di un pennellino; ricordandosi di riporli al loro posto dopo l’utilizzo, cosa che fa parte delle sane abitudini legate all’ordine e all’organizzazione, ma che permette anche di evitare l’errore di lasciarli esposti, magari aperti su qualche leggio, causando danni al dorso del libro e l’imbrunimento delle pagine esposte.
Inutile dire che anche gli scaffali andrebbero puliti con uno sgrassatore e un panno in microfibra e solo una volta ben asciugati, vi andrebbero riposti i libri, ai quali non darà fastidio qualche pallina di canfora, per proteggerli da termiti e tarli. Tieni i libri lontano da fonti di luce diretta, questo perché nel tempo il libro potrebbe imbrunirsi o ingiallirsi, fenomeno che purtroppo può dipendere anche dal tipo di carta di cui è composto.
Io sono solito munirmi di un segnalibro, a volte ne compro di nuovi assieme ai libri, è un po’ come se fosse la famosa ciliegina sulla torta, ma non diniego l’utilizzo di un banalissimo pezzetto di carta, per segnare il punto in cui ho dovuto o voluto arrestare la narrazione o lo studio.
La cosa importante è non fare le orecchie alle pagine, il loro sentire nasce dal cuore, non hanno bisogno di “orecchie”, è un’azione che considero al pari di una tortura per la povera pagina, che altro non ha fatto, che servirci il suo contenuto.
Assolutamente da evitare di leccarsi il polpastrello per girare le pagine, al fine di non bagnarle; l’acqua o sostanze liquide, come quelle, che solitamente ci accompagnano nella lettura, vedi tè e tisane, contribuendo a creare quell’atmosfera rilassata e intima, posso essere causa di danneggiamento per i nostri libri, se le tazze sono riposte nelle vicinanze.
Come? Ipotizziamo: state bevendo un buon tè, che vi accompagna nella lettura di un romanzo e accidentalmente il contenuto della vostra tazza fumante si rovescia sul vostro libro, panico! cosa fare?
La carta bagnata diviene molto fragile, quindi la prima cosa da fare è maneggiare il libro con estrema cura; perché il contenuto versato, che ha bagnato il libro, tenderà a compattare le pagine. Nel mondo del restauro viene utilizzato un materiale chiamato reemay, un “tessuto non tessuto”, che tagliato a misura viene usato per interfogliare le pagine, al fine di evitare che queste si attacchino l’un l’altra; nei casi in cui i libri siano molto bagnati, viene utilizzata anche della carta assorbente, intervallata al tessuto.
Difficilmente a casa nostra avremo volumi antichi, che necessiteranno di tanto impegno, salvo testi ai quali siamo particolarmente legati a livello affettivo, in tal caso potremmo comunque avere l’accortezza di porre il libro all’aria aperta, avendo cura di cambiare frequentemente la pagina su cui è aperto, in modo che si asciughi in modo uniforme.
Per pulire le copertine in cuoio possiamo usare un panno imbevuto di cera d’api vergine, mentre se la copertina è plastificata, basterà un panno in microfibra leggermente inumidito. Infine, se dovete sottolineare del testo, evitate penne ed evidenziatori, la matita andrà benissimo.
Questi sono solo alcuni consigli per la cura dei nostri libri, alcune pratiche, che forse sembrano da paranoici innamorati dei libri, ma da quando ho ritrovato il mio testo delle novelle di Pirandello, dimenticato in taverna, a casa dei miei genitori, completamente ingiallito ed incurvato, sono rimasto talmente addolorato dall’idea di aver perso un sentiero per recuperare i ricordi, legati ai miei anni scolastici, che cerco di conservare al meglio delle mie possibilità tutti i testi, che acquisto.
L’ambiente di una normale abitazione dovrebbe comunque essere sufficiente al conservamento in buono stato dei nostri libri, ma se veramente li amiamo, la cura migliore per loro e per noi stessi, è aprirli e leggerli almeno una volta ogni tre mesi. E tu, come ti prendi cura dei tuoi libri e quali sono i tuoi “riti” legati a loro?
Se ti fa piacere, fammi sapere e aggiorniamo insieme questo post, grazie e buona lettura!
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Articolo molto interessante.
Anche se il libro cartaceo coinvolge, come giustamente scrivi, tutti i nostri sensi, è pur vero che l’ebook ha il vantaggio di essere pratico e più economico. Ormai compro il cartaceo solo se non è disponibile la versione digitale del libro.
Grazie Salvatore 🙂
mi sono divertito a scrivere questo articolo, perché ho un’adorazione per i libri in generale e per quelli cartacei in particolare.
Comprendo benissimo la tua scelta, indirizzata alla versione digitale; il libro è fruibile da subito, in qualunque luogo tu voglia ed ha un costo più abbordabile.
Io non riesco a staccarmi dal cartaceo, nonostante legg
…scusate, mi è rimasta mezza frase nella tastiera 😉
dicevo – nonostante leggere su supporto digitale sia estremamente comodo; in alcuni casi, ho le due versioni dello stesso libro.
Grazie ancora Salvatore 🙂