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Dati di vendita dei libri in Italia: verità e imprecisioni

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L’informazione è un bene prezioso, soprattutto quando ci permette di trarre conclusioni e pianificare azioni future. L’importante è che queste informazioni siano reali, veritiere e corrette, non spacciando notizie parziali per verità e dati certi, come è successo ultimamente a proposito dei dati di vendita dei libri in Italia.

Infatti , recentemente un articolo pubblicato da Repubblica ( e altri) ha catturato l’attenzione dei lettori e degli addetti ai lavori, con una statistica sconvolgente: secondo una ricerca di Nomisma, il 30% dei libri pubblicati non vende nemmeno una copia.

A prima vista, si potrebbe interpretare questa affermazione come una dimostrazione della crisi dell’industria editoriale, con un’alta percentuale di titoli che non riescono a trovare lettori. Tuttavia, prima di trarre conclusioni affrettate, è fondamentale analizzare più attentamente il contesto e l’accuratezza di queste informazioni.

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Ambito della ricerca

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Distinguere tra ciò che è locale e ciò che è nazionale è fondamentale quando si analizzano i dati. Nel caso specifico, la ricerca di Nomisma è limitata all’Emilia Romagna. Questo dato è fondamentale per capire la portata effettiva del fenomeno.

L’Emilia Romagna è una regione con una sua specifica realtà culturale e sociale, e ciò che vale per essa non può essere automaticamente esteso a tutto il Paese. Eppure, l’articolo di Repubblica presenta i risultati come se fossero validi per l’intero mercato dei libri in Italia. Questo rappresenta una generalizzazione ingiusta e fuorviante, che potrebbe portare a conclusioni errate sullo stato dell’editoria a livello nazionale.

Inoltre, la ricerca di Nomisma si concentra esclusivamente sulle librerie indipendenti. Queste librerie sono luoghi fondamentali nelle nostre città, tesori di comunità che offrono non solo libri, ma anche luoghi di incontro e scambio culturale. Ma non rappresentano l’intero mercato dei libri. Non tener conto delle grandi catene, dei supermercati, dei punti vendita nei centri commerciali, e soprattutto delle vendite online, porta a una rappresentazione del mercato molto limitata.

Dati di vendita dei libri: mancanza di dati certi

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I libri si sono spostati oggi oltre i confini fisici delle librerie tradizionali, estendendosi al vasto mondo del commercio online. Questo fenomeno ha aggiunto un’ulteriore complessità all’analisi delle vendite di libri, in particolare per quanto riguarda la raccolta e l’interpretazione dei dati.

Un punto cruciale in questa discussione è rappresentato dai dati di vendita di Amazon che, negli ultimi anni, è diventata una forza dominante nel mondo dell’editoria, tanto da diventare un punto di riferimento per autori, editori e lettori.

Questo vale tanto per i libri in formato cartaceo, spediti fisicamente ai lettori, quanto per gli e-book, scaricati immediatamente e letti su dispositivi elettronici.

L’influenza di Amazon sul mercato dei libri è innegabile e la sua piattaforma rappresenta un canale di vendita di primaria importanza che non può essere trascurato in qualsiasi analisi seria sul mercato dei libri.

Eppure, c’è un problema: i dati di vendita di Amazon non sono di pubblico dominio poiché, come molte altre piattaforme di e-commerce, considera queste informazioni di sua proprietà e per questo non le rende pubbliche. Questo significa che non abbiamo accesso a una fetta significativa del mercato dei libri, una fetta che potrebbe ribaltare molte delle conclusioni a cui arriviamo sulla base dei dati disponibili.

Oltre ad Amazon, inoltre, esistono numerose altre piattaforme online per la vendita di libri, tra cui siti web di editori e autori, piattaforme digitali come Kobo, Google Books e Apple iBooks. Anche questi canali rappresentano una quota importante del mercato dei libri, e anche in questi casi, i dati di vendita non sono facilmente accessibili.

Senza questi dati, qualsiasi tentativo di tracciare un quadro completo del mercato dei libri sarà inevitabilmente incompleto. Stiamo cercando di dipingere un panorama completo senza una serie di colori fondamentali. Questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare all’analisi, ma che dobbiamo evitare di trarre conclusioni affrettate, affrontando queste questioni con un senso critico e una consapevolezza delle limitazioni dei dati a nostra disposizione.

I dati reali

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Sebbene le sfide nel tracciare un quadro completo del mercato editoriale siano evidenti, esistono comunque dati reali e affidabili che ci forniscono una panoramica significativa. Uno dei principali riferimenti è rappresentato dai dati pubblicati dall’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica italiano.

Il report più recente dell’ISTAT, intitolato “Produzione e lettura di libri in Italia nel 2021“, ci offre una visione molto diversa rispetto a quella ritratta nella ricerca di Nomisma citata precedentemente. Nel report, si evidenzia infatti un incremento sia nel numero di titoli pubblicati che nelle tirature.

Rispetto al 2020, si registra un incremento del 11,1% per i titoli pubblicati e del 11,7% per le tirature. Questi dati suggeriscono un panorama editoriale vibrante e in crescita, in netto contrasto con l’immagine di un settore in crisi.

La relazione dell’ISTAT va anche oltre la mera produzione di libri, esplorando le abitudini di lettura della popolazione italiana. Secondo i dati raccolti, il 40,8% della popolazione di 6 anni e più ha letto almeno un libro nell’ultimo anno. Questo dato è in linea con quello del 2020 (41,4%), suggerendo una certa stabilità nelle abitudini di lettura.

Il report rivela anche alcuni dettagli interessanti sulle preferenze in termini di formato di lettura. Il 69,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 12,1% solo e-book o libri online, lo 0,5% ascolta solo audiolibri mentre il 18,2% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro).

Questi dati riflettono le tendenze attuali in termini di consumo dei media e indicano la continua rilevanza dei libri cartacei, nonostante la crescita dell’editoria digitale.

I dati dell’ISTAT ci ricordano che, nonostante le sfide e le incertezze, il mondo dei libri e dell’editoria in Italia continua a mostrare segni di vita e di crescita. Resta fondamentale rimanere critici di fronte alle notizie e alle interpretazioni dei dati, soprattutto quando queste sembrano contrastare con le evidenze reali e misurabili.

Conclusioni

I dati sono importanti, ma possono essere facilmente fraintesi o manipolati. Prima di trarre conclusioni affrettate, è fondamentale comprendere il contesto in cui vengono presentati e verificare l’accuratezza delle informazioni.

La statistica presentata dall’articolo di Repubblica, per esempio, non è tecnicamente falsa, ma la sua presentazione porta a conclusioni fuorvianti.

Se guardiamo all’insieme dei dati disponibili, vediamo un quadro molto più complesso e sfaccettato del mercato dei libri in Italia. L’industria dell’editoria è in salute e continua a crescere, a dispetto delle sfide e delle difficoltà. Il libro, sia in formato cartaceo che digitale, rimane uno strumento fondamentale di conoscenza, formazione, e divertimento per una grande parte della popolazione italiana.

Ringrazio Ultima Pagina per aver chiarito meglio alcuni dettagli di questa vicenda, correggendo le inesattezze e ristabilendo la verità dei dati sulla vendita dei libri in Italia.

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